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Nelle vicinanze delle città di Velia e Paestum, lungo la costa del Cilento, in località San Marco di Castelabate sono visibili le strutture murarie sommerse di un antico molo romano. I lacerti dell'antico bacino portuale, offesi dalle ingiurie del tempo e più recentemente dall'azione dell'uomo con la costruzione del porto moderno e di un albergo, residuano oggigiorno in due strutture principali, una sommersa (N-S) e una in gran parte affiorante ((E-O). Il primo molo è formato da una franata di grosse pietre e blocchi . Il secondo molo si estende per circa 150 metri in direzione E-O e seppur con soluzioni di continuo dovute a locali cedimenti della struttura, consente importanti valutazioni sulle tecniche costruttive e sui materiali impiegati. L'intero molo, secondo le indicazioni Vitruviane, è stato assemblato in opus cementicium con la recnica delle casseforme. L'opus cementicium, tecnica sviluppata verso la fine del III secolo a.C. in Campania e Lazio, consiste nell'unione di spezzoni lapidei, caementa (sassi, scapoli o frammenti di pietra) impastati con malta di calce e sabbia possibilmente pozzolana. Le casseforme costruite in legno , della lunghezza di otto metri circa, montate in successione venivano tenute in situ da pali lignei infissi ai lati delle pilae e da trasverse che riunivano le pareti laterali delle casse. Di queste strutture rimangono i fori dei pali infissi nel fondale sabbioso alcuni con residui lignei e negli ammassi di cementizio.