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La documentazione per immagini rappresenta il naturale complemento ad un rilievo planimetrico di un sito sommerso. Lo sviluppo della tecnologia digitale ha aumentato di molto le possibilità operative sia in campo fotografico , sia nella videoripresa. Gli apparecchi digitali, pur non sostituendo del tutto l'attrezzatura analogica, consentono di lavorare ampliando i limiti operativi e soprattutto disponendo in fase di postproduzione di un numero elevato di software in grado di elaborare in senso morfometrico e grafico le immagini raccolte. In campo fotografico oltre al noto sistema NIKONOS, numerose sono le fotocamere sia analogiche che digitali, che possono essere scafandrate e il divario fra i due sistemi superata la soglia dei 12 milioni di pixel stà per essere annullato. Elettronica e tecnologia comunque non vicarieranno mai l'esperienza e la preparazione che in campo subacqueo saranno sempre i fattori determinanti per ottenere prodotti di qualità. La fotografia scientifica in archeosub sottostà a precise regole che privilegiano il contenuto documentale a quello artistico. Utile corredare ciascuna foto di tutti quegli elementi utili alla sua comprensione ( numeri di riferimento, orientamento rispetto al nord, scala metrica di riferimento ). Un importante utilizzo della fotografia subacquea è dato dal fotomosaico e dalla fotogrammetria che consentono una visione d'insieme del sito nel primo caso, associato al rilievo tridimensinale nel secondo. La videoripresa infine completa e ampiia il campo della documentazione per immagini in archelogia subacquea fornendo documenti filmati relativi a operazioni di scavo e ricerca, alle condizioni di siti e relitti per verificarne l'integrità o il contesto operativo in cui le operazioni vengono svolte. L'utilizzo di videocamere sempre più evolute consente di ottenere filmati ad elevata risoluzione, prossima alla qualità fotografica, con cui realizzare videomosaici.